TEMA SESSIONE
9:30 – 13:00 | Il magico divario dell’implementazione
9:30 – 10:30
Moderni alchimisti e apprendisti stregoni. Miti e narrazioni della IA, tra scienza e magia | Antonio Santangelo
Oggi l’intelligenza artificiale viene sempre più spesso raccontata, sia nei media, sia nella saggistica divulgativa, come se fosse una tecnologia magica, capace di realizzare alcuni miti atavici, come sapere tutto, predire il futuro, creare nuove forme di vita in cui sia contenuta solo la parte migliore degli esseri umani, come quando gli alchimisti si proponevano di trasformare in oro i metalli meno preziosi. Qualcuno, addirittura, rappresenta questa tecnologia come uno strumento così potente che potrà rendere gli esseri umani dei, paventando, però, che come dei maldestri apprendisti stregoni, si possa perderne rovinosamente il controllo. In tutti questi casi, l’effetto che si produce è quello che in inglese si definisce “hype”, una risonanza che porta l’intelligenza artificiale all’attenzione generale, caricandola di enormi attese, che secondo molti sono esagerate e servono solo a far guadagnare le grandi aziende che la producono. Cosa c’è, dunque, di vero, dietro questa tendenza a rappresentare l’IA come lo strumento magico per antonomasia del tempo presente? Quali sono le critiche che vengono mosse a questo tipo di narrazione? Cosa ci si deve davvero aspettare per il futuro?
10:30 – 11:30
A kind of magic. Le arti digitali fra falsi miti, ritualità e pensiero magico | Federica Patti
L’intervento propone una panoramica sulle diverse pratiche e sui linguaggi artistici contemporanei che, da inizio Millennio a oggi, in totale co autorialità con sistemi tecnologici espressamente individuati e sviluppati, indagano e propongono un’esperienza estetica complessa e aumentata, capace di valorizzare sensorialità ed emozioni, ma anche di indurre una maggiore confidenza e consapevolezza dell’ambiente digitale in cui interagiamo.
L’intervento vuole inquadrare il contesto generale delle arti digitali e delle digital performance: una vasta gamma di declinazioni estetiche in cui l’interazione con la tecnosfera può essere riletta anche secondo diverse reinterpretazioni del pensiero magico. Nei lavori di artist3, musicist3 e performer presentati, la sperimentazione elettronica incontra algoritmi e intelligenze artificiali, ambienti virtuali e nuovi formati, combinando antiche tradizioni con i linguaggi delle subculture di internet. La tecnologia diviene ambiente e strumento per riappropriarsi di narrazioni storiche e/o futuristiche altre, spurie, secondarie. Nei formati e nei contenuti, queste produzioni cercano di aprire spazi postcoloniali, postumani e dimensioni queer, trasgredendo i confini e guardando a pratiche collettive di comunità. Attraverso le esperienze artistiche, il magico può essere visto come forza politica per il cambiamento sociale, e aggiungere una visione multidimensionale alle vite e alla società mediale, abilitando forme non commerciali di narrazione, interazione e partecipazione, oltre a piattaforme condivise di comunità.
11:30 – 12: 30
Un mondo senza rumore: Tecnologia, Inconscio e Magia | Carloalberto Treccani
Le tecnologie per la cancellazione del rumore, grazie ai recenti sviluppi nell’ambito del machine learning, sono oggi onnipresenti in smartphone e app per rimuovere automaticamente elementi indesiderati e spiacevoli dai nostri selfie. In questa presentazione, Carloalberto Treccani mostrerà come il loro utilizzo sembra tuttavia essere legato a continue ansie e insoddisfazioni verso l’immagine di sé, e alla crescente richiesta di ‘un mondo senza rumore’.
TEMA SESSIONE
14:30 – 18:30 | Verso il reincantamento del mondo
14:30 – 15:30
Introduzione al Rural Computing | Federico Poni
L’artista Federico Poni introduce il concetto di Rural Computing: un modo di concepire la computazione in una prospettiva prettamente olistica, che va dal “consumo” passivo alla produzione di dispositivi, considerando criticamente la questione metafisica di essa. L’artista illustra questo concetto spaziando da temi come la cultura della riparabilità e l’ineffabile, alla telepatia e convivialità.
Questo modello di Rural Computing è stato applicato ad Habitat, un centro cult(r)urale sugli Appennini Tosco-Romagnoli e il cui apparato teorico viene esposto nella tesi del Master Experimental Publishing (Piet Zwart Institute, Rotterdam) dello stesso artista.
15:30 – 16:30
A Language of What may Not Be Said | Lundahl & Seitl
In questo intervento, Lundahl & Seitl riflettono sul ruolo della tecnologia nel proprio lavoro e sul modo in cui essa si relaziona ad aspetti quali la libertà e il controllo nel processo di fruizione dell’opera d’arte da parte dei visitatori.
I concetti di libertà, autonomia e ciò che è reale, immaginato e percepito, vengono affrontati in un’indagine sulla realtà virtuale, non come una forma tecnologica, ma come una sensibilità o capacità di relazione con l’ambiente che ci circonda, con una maggiore consapevolezza su come la tecnologia ci forma e getta le basi per una umwelt umana – come ci connette e disconnette l’uno dall’altro e da altre forme e processi di vita.
Da oltre quindici anni, Lundahl & Seitl hanno sviluppato una pratica in cui opere d’arte complesse esistono all’interno e attraverso la percezione e le proiezioni del visitatore. Grazie al loro approccio euristico con il processo artistico e alle collaborazioni interdisciplinari, il duo ha sviluppato un metodo e una forma d’arte che includono la messa in scena, il movimento coreografico, le istruzioni e le tecnologie immersive, giustapposte agli oggetti materiali e alla capacità umana di organizzare la percezione per creare un mondo.
L’intervento di Lundahl & Seitl fa da momento introduttivo all’esperienza collettiva della loro opera “Tail of the Hen”.