Polvere come anti-pigmento, stratificazione di cromie nocive. Polvere come deposito, bassorilievo su tela dei paesaggi. Polvere atmosferica incontrollabile che permea gli spazi e disvela la storia dei luoghi. Polvere come tempo sedimentato e reciso insieme. Tele di polvere e sculture olfattive a raccontare il gioco del potere.
Una polvere bianca e spinosa che oscura la vista è l’anticamera di Per l’eternità, una scultura olfattiva di Luca Vitone presentata al Padiglione Italiano della Biennale di Venezia 2013, a memoria e denuncia delle stragi silenti provocate dal materiale edilizio eternit (da aeternitas). Per l’eternità sviluppa un cortocircuito fra la resistenza del materiale e le morti provocate per inalazione delle sue particelle spinose, a creare una polvere bianca che oscurava la vista. In A tale of forked tongues, opera recente dell’artista, si narra un’altra esercizio di potere, che può essere definito come l’inizio delle moderne guerre batteriologiche. L’opera infatti racconta un fatto avvenuto nel 1763 nella regione dei grandi laghi nel nord America quando l’esercito britannico, durante la cosiddetta Guerra di Pontiac, ha pensato di donare delle coperte militari e dei foulard agli indiani Ottawa, contaminandole col virus inodore del vaiolo.In dialogo con Luca Vitone e Tania Gianesin, mediatrice culturale, cercheremo proprio di indagare questo filo invisibile della tossicità dell’aria, molto spesso inodore, che colpisce i nostri ambienti civili, sociali e lavorativi e che contribuisce ad alimentare quello che il filosofo Peter Sloterdijk ha magnificamente racchiuso nell’espressione terrore dell’aria.