MO.CA

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30.04

Il Corpo Eterno: L’odore della polvere, del potere, dell’eternità

ore 17:30

Sala Danze

Un evento in collaborazione con DASTE Bergamo

A cura di Elena Giulia Abbiatici

Ingresso libero

Polvere come anti-pigmento, stratificazione di cromie nocive. Polvere come deposito, bassorilievo su tela dei paesaggi. Polvere atmosferica incontrollabile che permea gli spazi e disvela la storia dei luoghi. Polvere come tempo sedimentato e reciso insieme. Tele di polvere e sculture olfattive a raccontare il gioco del potere.
Una polvere bianca e spinosa che oscura la vista è l’anticamera di Per l’eternità, una scultura olfattiva di Luca Vitone presentata al Padiglione Italiano della Biennale di Venezia 2013, a memoria e denuncia delle stragi silenti provocate dal materiale edilizio eternit (da aeternitas). Per l’eternità sviluppa un cortocircuito fra la resistenza del materiale e le morti provocate per inalazione delle sue particelle spinose, a creare una polvere bianca che oscurava la vista. In A tale of forked tongues, opera recente dell’artista, si narra un’altra esercizio di potere, che può essere definito come l’inizio delle moderne guerre batteriologiche. L’opera infatti racconta un fatto avvenuto nel 1763 nella regione dei grandi laghi nel nord America quando l’esercito britannico, durante la cosiddetta Guerra di Pontiac, ha pensato di donare delle coperte militari e dei foulard agli indiani Ottawa, contaminandole col virus inodore del vaiolo.In dialogo con Luca Vitone e Tania Gianesin, mediatrice culturale, cercheremo proprio di indagare questo filo invisibile della tossicità dell’aria, molto spesso inodore, che colpisce i nostri ambienti civili, sociali e lavorativi e che contribuisce ad alimentare quello che il filosofo Peter Sloterdijk ha magnificamente racchiuso nell’espressione terrore dell’aria.

Il progetto è promosso da DASTE Bergamo in collaborazione con MO.CA – Centro per le nuove culture in occasione di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023

Luca Vitone (Genova, 1964). Vive tra Berlino e Milano.
La nozione di luogo occupa un posto centrale nel lavoro di Vitone. Intorno a questo
concetto, indagato attraverso diverse discipline – fra cui geografia, sociologia, letteratura, antropologia –, l’artista ha elaborato una pratica che si avvale di tutti i media artistici.
Formatosi presso il DAMS a Bologna, partecipa a diversi collettivi che animano la scena
cittadina (fondamentale l’esperienza del Link). Negli anni Novanta si trasferisce a Milano,
quindi nel 2010 a Berlino. Dalla pratica del viaggio l’artista trae costantemente nuovi temida affrontare, fra cui ricorrono l’anarchia, il nomadismo, la memoria, l’identità nazionale.
Nelle sue analisi d’impronta concettuale, Vitone ha impiegato strumenti come la
cartografia, la cultura materiale – il cibo e la musica in modo particolare, spesso in chiave
relazionale – oppure riletto la tradizione del monocromo utilizzando pigmenti inusuali e
l’idea di scultura usando oggetti invisibili olfattivi che ricreano elementi che non hanno
odore.

Tania Silvia Gianesin lavora in ambito socioculturale. Con un focus su metodi educativi non convenzionali ad approccio multidisciplinare e sinestetico.
Co-fondatrice e Board member di Moleskine Foundation, la cui mission è Creativity for Social Change. Appassionata di “reti umane”, si occupa di networking, partnership, fundraising e di consulenze strategiche e manageriali in diversi settori socioculturali.
Crede fermamente che tutte le discipline creative possano dialogare tra di loro: musica, design, danza, architettura, filosofia…e ciascuna di esse con le discipline scientifiche. Per “un’ecologia della mente e del cuore”, parafrasando Gregory Bateson.

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