h 11 Cats in the kitchen trio: Clicca qui per i biglietti
h 11.45 Paolo Gaiba Riva: Clicca qui per i biglietti
h 18.30 Gabriele Mitelli, John Edwards, Mark Sanders trio: Clicca qui per i biglietti
h 19.30 Aperitivo con We Insist! Records
h 21 Pipeline 9: Clicca qui per i biglietti
CATS IN THE KITCHEN
Alberto Braida pianoforte
Silvia Bolognesi contrabbasso
Cristiano Calcagnile batteria
Alberto Braida si è confrontato più volte con la tradizionale formula del trio. Il suo primo disco “Trio 97” (CMC rec.) con Tito Mangialajo Rantzer e Carlo Virzi risale al 1997 e del 2004 è “Di Terra” (Nu Bop Records) con Lisle Ellis e Fabrizio Spera. In Cats in the kitchen ha riunito due musicisti che vantano numerose collaborazioni internazionali di cui ricordiamo quelle con A. Braxton e l’AEOC, e non hanno quindi bisogno di ulteriori presentazioni. Il trio si muove liberamente a partire da “semplici e circolari” composizioni originali a firma del leader.
“Tre gatti sul filo, che sembrano sul punto di cadere e che inaspettatamente e di sorpresa ritrovi in piedi ben saldi. Musica solo apparentemente semplice, come i disegni dei bambini, ma che poi si rivela ricca di dettagli e particolari. I tre gatti giocano con lo stesso gomitolo e si lasciano, il gomitolo sembra sparito, ognuno sembra andare per la sua strada ma il gomitolo ricompare al centro del gioco. Il gioco è gomitolo, il gomitolo è filo, il filo sono i gatti e i gatti sono gomitolo: che meraviglioso groviglio!”
PAOLO GAIBA RIVA SOLO
Paolo Gaiba Riva clarinetti, elettronica
Paolo Gaiba Riva (alias PGR) ha studiato basso jazz alla civica di Milano, ha poi trascorso cinque anni in Norvegia e uno in Olanda. È passato ai clarinetti, contralto e Sib, e all’elettronica viaggiando spesso soprattutto in Asia, spinto dalla pratica dell’incontro e dalla curiosità di respirare nuove culture. In Cina, Giappone, Taiwan ma anche Canada e sud-est asiatico si è incrociato con musicisti di vario genere e attitudine. Spaziando dal noise all’improvvisazione in maniera non convenzionale, la sua ricerca, nei modi e nelle tensioni, tende verso quella che possiamo definire libertà nella (non)composizione. Ora si dedica allo sviluppo di quello che definisce “feedback clarinet”, avvicinando i due mondi a lui cari, il noise elettronico e la libera improvvisazione acusticas. I risultati passano dall’errore alla ripetizione, dal caos ai silenzi.
Gabriele Mitelli, John Edwards, Mark Sanders trio
GABRIELE MITELLI cornetta, sax soprano, voce, elettronica
JOHN EDWARDS contrabbasso
MARK SANDERS batteria
Per il suo nuovo trio Gabriele Mitelli ha creato un ensemble internazionale, di programmatica presa di distanza dai luoghi comuni, dalle formule comode e dal risaputo. Per un viaggio al centro dell’improvvisazione nel quale il jazz torna ad essere un costante azzardo, una pratica estrema, un rischio da prendersi per spingersi ogni volta un passo più in là. Compagni di avventura due musicisti inglesi che del rumore e della rivolta hanno fatto un progetto di vita: John Edwards al contrabbasso e Mark Sanders alla batteria. I tre sono infaticabili sperimentatori, ascoltati al fianco di Evan Parker, Rob Mazurek, Roscoe Mitchell, Sunny Murray, Peter Brötzmann, Louis Moholo, Wadada Leo Smith; nomi ed esperienze che sono più di un biglietto da visita, che parlano di coraggio e di libertà, di onestà e di dedizione. Tenetevi forte: c’è tutto un mondo da scoprire.
Pipeline 9
Tom Raworth: voce registrata
Gabriele Mitelli: pocket trumpet, cornet, genis
Sebi Tramontana: trombone
Giancarlo nino Locatelli: clarinetti
Alberto Braida: pianoforte
Gianmaria Aprile: chitarra, effetti, elettronica, carillon
Luca Tilli: violoncello
Andrea Grossi: contrabbasso
Cristiano Calcagnile: batteria, percussioni
Pipeline significa conduttura, ma anche (means to spread a rumor) di bocca in bocca. Può indicare un oleodotto così come, in informatica, un percorso di ricezione e elaborazione dati. In the pipeline vuol dire in cantiere, in arrivo, in corso di realizzazione. Seguendo oblique associazioni Locatelli associa il termine all’idioma giapponese Ishin-denshin: “ciò che la mente pensa, il cuore trasmette”, quindi alla comprensione silenziosa, alla comunicazione non verbale. Così come all’espressione face to face, faccia a faccia.
Il progetto Pipeline nasce da subito come ensemble mobile (Pipeline 3 & 5 “US” We Insist! Records) e come ottetto ha pubblicato Pipeline 8 “Prayer” (2018, We Insist! records), interamente dedicato alla musica di Lacy.
La formazione riunisce musicisti che da tempo collaborano fra loro e che provengono e operano in mondi musicali molto diversi: il jazz, la musica classica, l’improvvisazione radicale, il rock e l’ambient-noise sperimentale.
Attualmente il gruppo sta concretizzando un lavoro iniziato 25anni fa da Giancarlo nino Locatelli in compagnia di Tom Raworth (1938 – 2017).
A decent run, le ultime parole scritte sul suo sito da Tom Raworth, è diventato dopo alcune trasmutazioni il titolo definitivo del lavoro. Lavoro che nasce dal suono del testo letto dalla voce del suo autore, dall’indagine sul suono e sul rapporto fra i suoni, dalla sovrapposizione dei suoni, delle voci e dei piani sonori, come un desiderio di polifonia nello spazio, di polifonia di polifonie. Musica caratterizzata dal continuo cambiamento del punto di vista e dalla moltiplicazione dei punti di vista, prospetticamente rivolti all’infinitamente piccolo e all’infinitamente grande, al passato e al futuro.