MO.CA – Centro per le nuove culture inaugura la stagione espositiva primaverile con una mostra sperimentale dedicata a perfettipietro artista di base a Parma e co-founder del run space DISPLAY, sito nella medesima città dove perfettipietro ha studio.
La mostra, dal titolo “L’insostenibile leggerezza dell’essere Me”, trasforma gli ambienti al piano terra del MO.CA in un percorso che esplora il rapporto tra memoria, identità e desiderio, mescolando elementi del passato individuale e collettivo; i ricordi e gli oggetti d’affezione dell’artista vengono chiamati ad essere indicatori di un passato infantile che a tutti appartiene. Attraverso una selezione di opere che oscillano tra il ready-made, il surreale e l’arte concettuale, perfettipietro costruisce stanze multisensoriali abitate da riferimenti iconici che si rifanno alla cultura visiva dello scorso millennio, giocando tra riconoscibilità e straniamento. L’allestimento riproduce infatti un’ideale “stanza dei giochi”, popolata da oggetti iconici dell’infanzia che, modificati o reinterpretati, diventano elementi di un linguaggio ironico e nostalgico, provocatoriamente “neoclassico”.
Gigantesche caramelle Rossana, un orso di peluche sazio dopo una scorpacciata di miele, sculture che inglobano caramelle Haribo e una miniatura in oro 18 K di un cappellino Lego caro all’artista sono solo alcuni degli elementi che compongono questo paesaggio ludico e surreale. Disseminati nello spazio, dei mini jukebox attivati dai visitatori trasmettono brani musicali, successi della musica leggera italiana e internazionale, componendo una colonna sonora che oscilla tra il ricordo e l’ossessione, sovrapposizioni e silenzio.
Un diffusore di odori pervade la stanza con il profumo dolce e familiare dei biscotti appena sfornati, stimolando un’immediata risposta emotiva: la mostra si sviluppa su diversi livelli percettivi, attivando non solo la vista, ma anche l’olfatto e l’udito.
Anche la disposizione delle opere nelle sale segue un principio di accumulo e stratificazione, evocando il processo creativo dell’artista, basato su un’ossessiva selezione e rielaborazione di simboli e riferimenti.
Il risultato è un microcosmo a metà tra il familiare e il perturbante, tra l’ironia e la malinconia: un universo che invita lo spettatore adulto a riconoscersi in un’infanzia comune e quello bambino a interrogarsi sulla natura di oggetti e forme rinnovate.
L’insostenibile leggerezza dell’essere Me è così un viaggio attraverso il passato e il presente, un gioco di specchi tra il riconoscibile e l’inatteso, che invita a perdersi nei meccanismi della memoria e dell’immaginazione.
Il progetto rievoca un’iconografia condivisa attraverso oggetti simbolici, rendendoli protagonisti di una nuova narrazione visiva e concettuale, e stimola un dialogo intergenerazionale, dove l’infanzia e l’età adulta si incontrano e si confondono.